È stato un incontro di grande intensità, quello tra le nostre classi di terza media e una delegazione dell’AISM Basilicata.
L’appuntamento, condotto da un volontario, il biologo ricercatore Stefano Galetti, ha visto la narrazione di una storia vera, con due “interpreti d’eccezione”: il nostro alunno di 3 B Samuele Bari, nei panni di Michele, un ragazzo che racconta la vita della sua famiglia dopo la scoperta che la mamma ha la sclerosi multipla, e la professoressa Tiziana Lapacciana, nei panni di questa mamma che si scopre all’improvviso fragile, malata. La professoressa ha provato cosa significa avere la SM poiché è stata alcuni minuti con un peso attaccato al braccio, con degli occhiali speciali per togliere la vista ad un occhio.
Una iniziativa intitolata “Senti come mi sento”: si tratta di “un laboratorio esperienziale – ha spiegato il dottor Galetti – nel quale voi potete immedesimarvi nella signora colpita dalla sclerosi, con un abbassamento della vista, la fatica di compiere ogni azione, la scarsa mobilità delle mani. Perché mettersi nei panni degli altri e capire cosa prova chi è malato accresce l’empatia e la voglia di aiutare”.
Molto toccante per tutti i presenti, alunni e docenti, è stata la testimonianza di Maria Rosaria, una mamma di Potenza, che a 42 anni ha scoperto di avere la Sclerosi Multipla.
“Avevo una strana sensazione di formicolio a mani e piedi 24 ore su 24 – ha raccontato alla platea immobile e silenziosa – e mi preoccupavo perché non passava. Il mio medico mi ha fatto fare risonanza e prelievo del liquor ed è emerso che avevo questa malattia.
Oggi seguo delle terapie, ma ho dei periodi difficili che per fortuna dopo un po’ mi passano: forti mal di testa, ad esempio, o intenso bruciore alle gambe. Per un po’ avevo una perdita dell’equilibrio che mi causava molto disagio”.
Ha concluso dicendo che, in una famiglia in cui arriva la sclerosi, che pure ha sintomi “non visibili”, tutto cambia: la famiglia si trasforma insieme a te, deve adattarsi ai tuoi bisogni e alle tue carenze.
L’incontro con questa malattia, a tratti ancora misteriosa, è stato di forte impatto per i ragazzi, e chissà che qualcuno di loro, o qualche loro familiare, non decida di diventare un volontario AISM per portare il proprio contributo di solidarietà e aiuto alle persone con sclerosi multipla.
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